Viaggiare in Turkmenistan senza agenzie turistiche e mezzi propri! Come muoversi con taxi collettivi, autostop e treni!
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- Baku –> Türkmenbaşı
- Türkmenbaşı → Darvaza (giorno 1)
- Darvaza → Ashgabat (giorno 2)
- Ashgabat → Turkmenabat (giorno 3, entrando nel giorno 4)
- Turkmenabat (giorno 4)
- Turkmenabat → Bukhara, Uzbekistan (giorno 5)
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Baku → Türkmenbaşı
Abbiamo attraversato il Mar Caspio prendendo una nave mercantile dal Baku Sea Port di Alat. Abbiamo speso 60$ a testa e il viaggio è durato più di 24 ore.
Per maggiori dettagli e informazioni utili circa questa esperienza, leggete il nostro articolo sulla Traversata del Mar Caspio, da Baku a Türkmenbaşı. Avendo ottenuto il visto e il timbro sul passaporto intorno alle 4 del mattino, avevamo davanti a noi un giorno 1 pieno! Insonne, ma pieno 😄"
Per maggiori dettagli circa il visto turkmeno, date un'occhiata al nostro articolo:
Visto turkmeno e consigli utili per sopravvivere nel paese
Türkmenbaşı → Darvaza (giorno 1)
Mentre aspettavamo il primo autobus al porto di Türkmenbaşı, abbiamo iniziato a parlare con un ragazzo di Ashgabat che ha deciso di aiutarci. Ha infatti chiamato un amico del posto per portarci al bazar a cambiare i soldi (1$ =18 manat, cambio non ufficiale; di nuovo, fate riferimento al nostro articolo Visto turkmeno e consigli utili per sopravvivere nel paese per saperne di più al riguardo) e poi a prendere un taxi collettivo per Ashgabat. Per la precisione, il nostro piano originario era di andare diretti ad Ashgabat, ma mentre eravamo in macchina abbiamo scoperto che le persone sul nostro taxi colletivo erano tre tassisti che stavano andando a Dashoguz, che si trova oltre Darvaza.
A quel punto abbiamo iniziato a pensare che fare 10 ore di macchina dirette sarebbe stato meglio che farle in due giorni, e abbiamo chiesto all'autista di portarci a Darvaza, la Porta dell'Inferno. Hanno accettato e ci hanno chiesto il doppio del prezzo (150 manat per Ashgabat + 150 per Darvaza, a testa, il che sembra essere un buon prezzo).
Il viaggio è stato tranquillo anche perché i tre erano soggetti molto simpatici: quello alla guida si sentiva un pilota di Formula 1, l'amico di fianco a lui ci ha nutrito tutto il tempo, mentre il ragazzo di fianco a noi era sempre sorridente e aveva voglia di chiacchierare, e ha anche regalato a Guido il suo cappellino tradizionale! L'unica cosa su cui erano dubbiosi era il nostro pernottamento a Darvaza e non credevano al fatto che ci sarebbero state delle yurte a disposizione. Infatti, sono rimasti molto sorpresi dal fatto che ci fossero diversi accampamenti di yurte nei dintorni del cratere. Abbiamo fatto delle foto tutti insieme e poi ci siamo salutati.
Per la notte, abbiamo noleggiato una tenda per due persone a 15$, costa 10$ se siete da soli. Vale la pena dormire lì perché il cratere di notte è davvero spettacolare! Nel tardo pomeriggio ci siamo anche dedicati a cercare un passaggio per Ashgabat per il giorno dopo. Un ragazzo cinese era disponibile a portarci con lui ma il suo autista si è rifiutato per non correre il rischio di essere multato dalla sua agenzia. Era comunque d'accordo a portarci fino alla strada principale (a 7 km di distanza), così che noi avremmo poi potuto fare l'autostop. C'è da dire che siamo stati fortunati. Se non li avessimo incontrati, avremmo dovuto pagare 50$ a testa per un taxi o camminare per 7 km nel deserto...
Darvaza → Ashgabat (giorno 2)
Alle 8 del mattino eravamo prontissimi per partire con il nostro amico cinese! Il 4x4 ci ha lasciato sulla strada principale ed eccoci lì, in mezzo al nulla!Innanzitutto abbiamo camminato per qualche minuto per raggiungere il checkpoint della polizia e chiedere di un taxi, il poliziotto ci ha detto che non ne aveva idea e si è rimesso a fare il suo lavoro (cioè fermare le macchine e prendere mazzette per lasciarle passare..). A quel punto siamo tornati all'incrocio con la strada per Darvaza e abbiamo aspettato...
Un pulmino privato è arrivato poco dopo da quella stessa strada, l'abbiamo fermato ma voleva dei soldi..mentre eravamo lì a contrattare, abbiamo visto avvicinarsi un camion blu , l'abbiamo fermato subito e due facce sorridenti ci hanno invitato calorosamente a salire. La via per Ashgabat era sicuramente lunga (280km) ma noi non avevamo alcuna fretta!
Abbiamo scoperto che erano uzbeki e stavano andando verso Türkmenbaşı trasportando frutta e verdura (più tardi ci hanno infatti regalato un melone e dei pomodori!). Il viaggio è trascorso lentamente facendo foto ad ogni singolo cammello per strada, dormendo (c'era parecchio spazio e si stava molto comodi), ascoltando musica internazionale e facendo video di questi momenti unici, e godendoci la strada dissestata e le mazzette ad ogni posto di blocco, ovviamente!
I camionisti ci hanno lasciato all'incrocio tra Ashgabat e Türkmenbaşı (l'abbiamo visto da maps.me visto che non ci sono cartelli stradali). Hanno fermato un taxi e noi ci siamo accordati per pagare 50 manat per andare al Il Kuwwat Hotel. Purtroppo però l'autista ha fatto il disonesto e ha tentato di fregarci trattenendo 60 manat dai 100 che gli avevamo dato. Abbiamo dovuto essere scortesi per tutto il viaggio e alla fine Guido ha dovuto usare le solite parole gentili in italiano per riavere indietro i nostri 10 manat.
- Il Kuwwat Hotel Il Kuwwat Hotel è carino e centrale. Avevamo una stanza con bagno privato e abbiamo pagato 15$ a testa per una notte. Lo consigliamo come soggiorno a Ashgabat anche perché pensiamo sia uno dei più economici in città. Dimenticatevi il wi-fi,non c'è.
Ashgabat → Turkmenabat (giorno 3, entrando nel giorno 4)
Abbiamo passato il nostro giorno 3 a visitare la bianca capitale! Date un'occhiata al nostro articolo su Ashgabat per maggiori dettagli e qualche foto davvero unica. Alle 7 di sera ci siamo diretti alla stazione dei treni perché il nostro treno notturno per Turkmenabat partiva alle 20:00 (ce n'è uno anche alle 15 e uno alle 18).
- Avevamo comprato i biglietti in stazione il giorno prima e abbiamo pagato 53 manat a testa per la cuccetta da quattro, quella da sei costava 33 manat a testa). Il viaggio è stato a dir poco perfetto, eravamo in cabina con una ragazzina e suo padre e abbiamo praticamente dormito tutto il tempo.
Turkmenabat (giorno 4)
Siamo arrivati a Turkmenabat puntualissimi alle 9.30 (ci avevano detto che i treni sono sempre in ritardo) e abbiamo aspettato il nostro couchsurfer davanti al bianchissimo museo nazionale, di fronte alla stazione. Fare couchsurfing in Turkmenistan, e quindi essere ospitati a casa di persone locali, è un'esperienza che vi raccomandiamo caldamente in quanto le persone sono molto ospitali! Potrebbe essere illegale come cosa, ma molti lo fanno. Ringraziamo di cuore il nostro couchsurfer per averci ospitato, è stato fantastico!!
A Turkmenabat siamo andati, con il nostro amico, al bazar No. 5 e il centro commerciale della città e, da soli, abbiamo fatto due passi lungo la via principale. La città non è particolarmente bella ma vale la pena passarci una giornata/notte per avere un'idea di come vivano le persone locali e avere la possibilità di parlare con loro.
Alcune curiosità:
- Ci è stato detto che il principale bazar della città, il più grande della regione, è stato distrutto qualche anno fa per fare spazio ad un grande ospedale, sempre il più grande della regione. Ecco perché adesso ci sono tanti bazar minori alla periferia della città. Ma qual è la periferia? La città si sta espandendo velocemente grazie ad un'iniziativa del governo centrale per cui vengono dati appezzamenti di deserto a chiunque ne faccia richiesta, unici requisiti: non avere un'altra casa di proprietà e avere pazienza. Una volta che si riceve un appezzamento, si può costruire la propria casa: innanzitutto bisogna comprare il progetto dal governo, in modo tale che tutte le case siano uguali dall'esterno (muri color deserto e tetti rigorosamente verdi), poi si può fare l'interno a proprio piacimento. L'acqua è fornita gratuitamente dal governo (non male per essere nel deserto...) mentre per gas ed elettricità bisogna ancora aspettare.. così come per le strade per arrivare a casa, bisogna farsele da soli. L'iter può durare anche più di dieci anni, dipende da quanti soldi si hanno a disposizione.. ma considerando che lo stipendio medio è di 50$ al mese, non è sempre facile!
- Le persone sono propense a parlare e a lamentarsi del sistema, ma lo fanno alle loro condizioni (chiusi dentro casa o in macchina), con i loro tempi (non fate pressione), e a modo loro (potrebbero dirti in modo sottile che i giornali nazionali siano carta più utile a fare qualcos'altro piuttosto che a fornire notizie).
Turkmenabat → Bukhara, Uzbekistan (giorno 5)
Il nostro couchsurfer ci ha portati al confine di Farap , che dista circa mezz'ora dalla città, alle 8.30 del mattino e quando siamo arrivati, ci è sembrato di essere in un campo profughi. Considerando che il confine apre alle 7, le persone devono essere state in coda per ore. Stavamo per impostare la modalità "porta pazienza e aspetta", quando un poliziotto ha iniziato a chiamarci e a dirci di superare le persone per accedere alla zona militare per il primo controllo. Totalmente imbarazzati, ci siamo fatti strada tra le persone, che nel frattempo avevano creato un corridoio per farci passare. Ci hanno controllato i passaporti e poi ci hanno detto di metterci in fila per il minibus (1 manat) per andare al confine vero e proprio (Maris, il nostro amico conosciuto sulla nave per il Turkmenistan, ci ha detto che in quanto turisti avremmo potuto camminare fino al confine; non lo sapevamo e non abbiamo chiesto, quindi abbiamo aspettato il nostro turno facendo amicizia con le signore in coda).
Al confine, stessa storia: si è creato un corridoio di persone per farci passare. Questa volta però un soldato non è andato per il sottile e ha preso letteralmente a calci bagagli e persone che non si spostavano, urlando qualcosa a noi incomprensibile, ma che suonava come una minaccia. In imbarazzo totale, siamo passati e in un attimo avevamo il timbro di uscita sul passaporto. Abbiamo poi preso un altro minibus (1 manat) per raggiungere l'uscita della zona militare turkmena e accedere a quella uzbeka, previo controllo passaporti ovviamente.
Entrati in zona militare uzbeka, un altro pulmino ci ha portati al confine uzbeko (2.5 manat o l'equivalente in som uzbeki, che non avrete a meno che non abbiate cambiato i soldi con qualche persona locale). Una volta raggiunto il confine uzbeko, abbiamo tirato un sospiro di sollievo! Abbiamo passato i controlli in un attimo, nonostante i nostri zaini fossero ispezionati in cerca di droni, e poi abbiamo cambiato i soldi (dollari, il manat turkmeno non è accettato da nessuna parte). Dopo l'ennesimo controllo passaporti, siamo entrati in Uzbekistan!
Abbiamo contrattato con un tassista per farci portare a Bukhara per 15$ e siamo partiti. In auto con noi c'era uno studente turkmeno che si è subito sentito libero di criticare il proprio paese.. abbiamo tirato un altro sospiro di sollievo e ci siamo sentiti di nuovo in un posto ai nostri occhi più normale, giusto il tempo di realizzare che l'autista uzbeko non si sentiva affatto libero di parlare del proprio governo e paese.
Eravamo entrati in un altro stato dittatoriale, ma questa volta era aperto al turismo e abbastanza colorato da coprire la mancanza di libertà.