Il trasporto navale sul Mar Caspio funziona in un modo che è per noi molto difficile da concepire. Una volta accettato questo modus operandi, però, tutto andrà per il meglio.. forse!
Quindi, come funziona?
- Non ci sono orari e bisogna chiamare il porto di Baku (il Baku Sea Port ad Alat) per sapere se c'è una nave in partenza quello stesso giorno
- Non aspettatevi che vi rispondano sempre al telefono
- Non aspettatevi che parlino inglese
- Comprate il biglietto al porto una volta che andate lì per imbarcarvi, bisogna pagare in dollari, in contanti (c'è un bancomat di fianco alla "biglietteria", ma non l'abbiamo usato)
- Potreste comprare un biglietto online ma vi ritrovereste con un biglietto senza data né orario, quindi dovreste comunque chiamare il porto
- La nave mercantile azera costa 60$ e fornisce una cabina con bagno privato e tre pasti
- Il traghetto turkmeno costa 120$ e ha solo posti a sedere, e pensiamo non dia da mangiare
- Portate pazienza
Questa è l' email che abbiamo ricevuto dalla ASCO (Azerbaijani Caspian Shipping Company):
La nostra esperienza
Vi riportiamo la nostra esperienza per la tratta da Baku a Türkmenbaşı. Non sappiamo esattamente come possa funzionare farlo al contrario, ma un ragazzo giapponese che abbiamo incontrato al porto di Baku ci ha detto che anche in Turkmenistan bisogna chiamare il porto oppure recarsi lì una volta scaduto il visto di transito e aspettare una nave (lui ha aspettato due giorni).
Siamo arrivati a Baku il 5 settembre 2019 con l'idea di prendere una nave mercantile o un traghetto l'11. Questa era infatti la data che avevamo indicato sulla richiesta del visto per il Türkmenistan - abbiamo poi scoperto essere irrilevante. Per maggiori dettagli a riguardo, leggete il nostro articolo circa il Visto per il Turkmenistan.
Innanzitutto abbiamo controllato il sito www.asco.az dove si possono prendere i biglietti online ma non si può selezionare né una data né un orario, perciò abbiamo deciso di contattarli su Messenger Facebook e ci è stata mandata una email molto esaustiva (vedi sopra). In pratica, l'unico vantaggio di comprare il biglietto online è il pagamento con carta di credito, ma personalmente avevamo con noi dei dollari e abbiamo deciso di stare tranquilli e comprare il biglietto al porto.
Il 7, il nostro secondo giorno pieno a Baku, abbiamo provato a chiamare il porto ma non abbiamo ricevuto risposta. Quindi, visto che saremmo andati a Qobustan con l'autobus di linea, abbiamo deciso di fermarci al Alat Sea Port (70 km dal centro). Come riportato nel nostro articolo su Baku, l'autobus ferma a lato dell'autostrada e poi bisogna correre per attraversarla e andare dall'altra parte (abbiamo seguito un signore del posto) e poi proseguire fino al porto (circa 1.5 km). Una volta arrivati, ci hanno detto che non c'erano navi quel giorno e che i biglietti si possono comprare in loco solamente il giorno dell'imbarco. Ci hanno ripetuto che non ci sono orari e nessuno sa niente in anticipo, ma bisogna chiamare e chiedere… 😅 grazie, questo l'avevamo capito!
Abbiamo chiamato di nuovo l'8, nessuna risposta. Abbiamo chiamato il 9 e… ci hanno risposto dicendoci che sì, c'era una nave quella sera e di andare al porto verso le 19 / 20! Inutile dire che siamo corsi a casa a far gli zaini! Era l'ora di pranzo ed eravamo abbastanza distanti ma siamo riusciti ad essere al porto per le 7 - abbiamo preso un taxi per 30 manat.
Una volta entrati nel porto, abbiamo dovuto attraversarlo tutto, andando oltre ai binari, per comprare i biglietti. La biglietteria è in realtà un container e la banca è nel container accanto, come detto c'è un bancomat visto che accettano solo contanti. Abbiamo pagato 60$ a testa per la nave cargo azera.
Una volta comprato il biglietto, bisogna aspettare. Abbiamo cenato al baretto dentro al porto e poi alle 9 ci siamo spostati al controllo passaporti, come ci era stato detto. Beh, i camion erano in coda per i controlli e noi eravamo gli ultimi della fila 😅 mentre aspettavamo, abbiamo incontrato il ragazzo giapponese menzionato sopra e ne abbiamo approfittato per cambiare dei soldi e condividere le nostre esperienze. Dopo circa un'ora era il nostro turno (yee!), ma ci abbiamo messo un po' a convincere l'ufficiale di frontiera che il codice ricevuto dall'Ambasciata Italiana del Turkmenistan era valido e ci avrebbero rilasciato il visto all'arrivo. Dopo le dieci strette di mano con cui garantivamo assunzione di piena responsabilità per questa cosa, ci siamo spostati alla dogana e da lì sulla nave. Peccato che siamo saliti su quella sbagliata… siamo infatti andati sul traghetto turkmeno ormeggiato davanti alla dogana, nessuno ci aveva detto che saremmo dovuti andare dalla parte opposta oltre un cancello semi chiuso e camminare fino alla nostra nave mercantile.
Come ci siamo imbarcati, ci hanno accolto tre uomini nella zona cargo e ci hanno chiesto i nostri passaporti. Siamo forse stati un po' ingenui e glieli abbiamo consegnati, il problema è che volevano tenerseli fino a Türkmenbaşı..ecco, no! Ci siamo un attimo fatti prendere dal panico e abbiamo deciso di andarcene visto che gli uomini iniziavano ad essere molto aggressivi e sembrava che ci stessero chiedendo dei soldi per restituirceli. Siamo saliti nelle nella zona delle cabine e abbiamo incontrato un ragazzo azero, gli abbiamo chiesto se avesse con sé il suo passaporto e ci ho detto di sì. A quel punto Guido è tornato giù e si è fatto ridare i nostri passaporti usando delle parole italiane molto molto gentili. Eravamo ancora un po' nervosi quando abbiamo incontrato la signora responsabile della cucina e delle pulizie che ci ha accompagnato alla nostra cabina, con bagno privato.
Dopo esserci sistemati, siamo andati a fare un giro per la nave e, a un certo punto, abbiamo incontrato un signore che ci ha chiesto i nostri passaporti… a quel punto ci siamo rifiutati di consegnarglieli e ce ne siamo andati. Beh, questa volta avevamo torto! Il suddetto signore era il secondo capitano della nave e i passaporti dei passeggeri vengono raccolti per evitare di svegliare i passeggeri alle 2 di notte per il controllo documenti e per velocizzare le procedure sia in Azerbaijan che in Turkmenistan. Comunque, ce li siamo tenuti e ci siamo alzati alle 2 per consegnarli direttamente all'ufficiale di frontiera. A quel punto ridevano tutti, ovviamente… ma fa niente, meglio prevenire che curare!
La nave è partita alle 2.30 di notte e il viaggio è passato lento e tranquillo: abbiamo dormito, mangiato, scritto, letto, passeggiato, visitato la cabina di controllo, "chiacchierato" e bevuto chai (tè) con i camionisti turchi, e abbiamo incontrato il nostro nuovo amico Maris (che ci ha aiutato molto nel corso del viaggio in quanto parlava russo, grazie!). Attraversare il Mar Caspio è stata un'esperienza unica e vedere il mare aperto cambiare colore con il passare del tempo è stato anche emozionante.
Purtroppo tutto il romanticismo e i sentimenti positivi se ne sono andati una volta arrivati al porto di Türkmenbaşı ; siamo infatti dovuti rimanere sulla nave, ferma, per circa due o tre ore. Alle 11 ci hanno chiesto di lasciare la cabina e quindi ci siamo spostati nella sala comune con gli altri passeggeri, non una folla oceanica visto che eravamo 15 persone in totale: tre turisti e i camionisti turchi!
Abbiamo aspettato… un'ora dopo l'altra, quando finalmente alle 2 di notte siamo stati chiamati per il controllo passaporti e visti. Siamo quindi entrati con Maris in una stanza dove c'erano tre soldati e una donna; la situazione non era molto amichevole e distesa e il soldato incaricato del controllo era sospettoso del fatto che noi non avessimo un visto cartaceo ma semplicemente un codice in una email scritta in italiano (Maris aveva un pezzo di carta, perlomeno). Noi eravamo sicuri che il codice avrebbe funzionato perché un nostro amico portoghese aveva fatto la stessa cosa a maggio, quindi Maris ha parlato per noi spiegando la situazione e il soldato ha accettato di farci scendere dalla nave.
Il porto di Türkmenbaşı è inquietante e scintillante allo stesso tempo. Inquietante perché non c'è nessuno se non dei soldati pesantemente armati, scintillante perché l'edificio principale è enorme, bianco e completamente illuminato.
Siamo entrati in questo mondo tutto bianco con un misto di stupore e timore e subito abbiamo trovato ad aspettarci delle macchine per scannerizzare i nostri passaporti, le nostre impronte digitali e il nostro volto. Dopo questo primo, simpatico controllo, ci siamo seduti nella sala d'attesa su dei divani molto comodi, bianchi ovviamente, circondati da uccelli e fenicotteri finti… dopo un po' di tempo, lo stesso soldato della barca è arrivato per procedere con il rilascio dei visti e il controllo passaporti (ha semplicemente cambiato scrivania..). A quel punto eravamo diventati amici e si è sentito libero di esprimere la sua sorpresa circa l'efficienza del sistema dei visti (il nostro codice è stato egregiamente riconosciuto dal sistema, ovviamente).
Abbiamo pagato dollari in contanti alla signora responsabile della banca, cioè la scrivania di fianco a quella dei visti, la quale è arrivata in modo distinto cercando di nascondere il fatto che si fosse appena svegliata (erano pur sempre le 4 di notte). Ci siamo quindi spostati alla dogana per il controllo bagagli e lì siamo stati nuovamente registrati, questa volta a mano su un librone scritto fitto fitto, e infine siamo arrivati alla sala d'attesa all'ingresso/uscita… eravamo ufficialmente in Turkmenistan!! Erano quasi le 5 del mattino, quindi ci siamo messi in po' a dormire sui divanetti chiedendoci quali avventure ci stessero aspettando in questo paese bianco e sconosciuto. Ma questo lo racconteremo nei prossimi articoli!