Abbiamo preso una marshrutka (pulmino) da Akhaltsikhe alle 10 del mattino e siamo arrivati ad Adigeni alle 10:50. A prima vista, la stazione degli autobus sembrava abbastanza abbandonata ma poi abbiamo notato che c'erano dei negozietti, alcuni taxi e dei cani randagi.
Siamo entrati nel negozio/biglietteria/deposito e in qualche modo ci è stato detto che la marshrutka per khulo era alla 14:30… beh, di certo non eravamo di fretta 😅avendo tempo, abbiamo deciso di prendere un taxi (10 lari) per andare a visitare il vicino monastero di Zarzma (gratis) ed è stata un'ottima idea! Una volta attraversata la porticina d'ingresso (che sembra chiusa, ma basta spingerla e si apre) si accende ad un altro mondo fatto di fiori e silenzio. La chiesa è piena di affreschi ben preservati; terrete il naso all'insù per un po'! Molto belli sono anche il giardino e la vista sulla valle.. vale decisamente una visita!
Sulla via del ritorno verso Adigeni il nostro taxi ha deciso di spegnersi nel bel mezzo di campi e mucche. Ci siamo guardati e ci siamo messi a ridere per l'assurdità del momento, siamo usciti dalla macchina e abbiamo aspettato..cosa non si sa.. probabilmente solo che l'auto ripartisse 😅dopo pochi minuti è arrivato un altro taxi che si è fermato ad aiutarci. Stava portando l'unico altro turista in zona, Philip, il quale stava cercando le sua scarpe tecniche, dimenticate su un'altra auto. Ci siamo uniti a lui e siamo tornati alla fantastica stazione di Adigeni e niente.. abbiamo aspettato che arrivassero le 14:30 mangiando, scrivendo un po' per questo blog e chiacchierando con Philip, che nel frattempo ha riavuto le sue scarpe. Abbiamo scoperto che stava volando in quella zona con il suo parapendio ma quel giorno non aveva trovato un punto abbastanza alto e le condizioni meteo adatte. Alle 14:30 la nostra marshrutka è arrivata puntualissima, ha accostato sul ciglio della strada e ci ha caricati, pronti per fare tre ore di viaggio su una strada sterrata!!
La strada era veramente messa male ma il viaggio è stato bellissimo! La vista delle montagne era incredibile e il paesaggio è passato da boschi a prati come siamo arrivati a 2000 metri. Questa zona sembra essere famosa per sciare e infatti ad un certo punto abbiamo visto degli alberghi in costruzione e una funivia ultra moderna… ci siamo subito chiesti come pensano di attrarre turisti fin lassù avendo delle strade sterrate messe così male… comunque, alla fine siamo arrivati a Khulo sani e salvi!
Non sapevamo dove dormire perciò abbiamo chiesto alla ragazza del centro informazioni e ci siamo consultati un attimo. Alla fine maps.me ci ha indicato un ostello e abbiamo deciso di andare là. Un poliziotto ci ha aiutati a trovare Hostel 13, ma aveva l'aria di essere chiuso. Il poliziotto ha chiamato la proprietaria per noi che ci ha detto di entrare e sistemarci come volevamo: il prezzo per notte sarebbe stato di 15 lari a testa. Ok, andata. Guardiamo le due porte ed entriamo in quella aperta, saliamo le scale ed eccoci..in casa di sconosciuti 😂 bene, avevamo capito essere l'altra porta, proprio quella con il nome dell'ostello scritto sopra (sì, esatto) quindi siamo entrati e ci siamo sistemati. L'ostello era molto carino e pulito.
Eravamo stanchi ma io e Guido volevamo assolutamente prendere la funivia per andare dall'altra parte della valle, a Tago, quindi abbiamo bevuto una birretta con Philip e siamo usciti. Erano già le sette di sera e l'ultima corsa era alle otto perciò la nostra permanenza dall'altra parte è stata breve ma intensa! Innanzitutto, la funivia sovietica ci è sembrata molto vecchia e molto instabile 😅 comunque, abbiamo chiesto al minimarket e non si sa bene come qualcuno è arrivato a mettere in funzione la piccola scatola di latta rossa sbiadita. Il nostro uomo deve aver fatto questo lavoro da quando la funivia è stata costruita negli anni 80 ed era totalmente tranquillo e a suo agio quando ha deciso di aprire la porta della funivia esattamente a metà strada, sospesi nel nulla sopra la valle, a 280 metri di altezza (pensiamo faccia questo giochetto con tutti i turisti). Dopo una corsa da 1,7 km (questa la lunghezza del cavo sospeso tra le due valli senza alcun sostegno intermedio), siamo arrivati a Tago con le sue nebbie basse. L'uomo che ci ha accolti era anche il proprietario dell'unico bar; ci ha offerto un cetriolo appena colto dal suo orto e abbiamo preso un tè. Purtroppo non avevamo tempo di camminare fino al punto panoramico (a parte il fatto che c'era la nebbia, quindi) e poi fino al monastero… sarà per la prossima volta! Tornati a Khulo ci siamo riposati e abbiamo cenato con il nostro nuovo amico; poi ci siamo fatti una bella dormita così da essere pronti per il giorno dopo.
Il giorno dopo abbiamo lasciato l'ostello verso le 10:30 e ci siamo diretti verso la strada principale per prendere una marshrutka per Batumi (5GEL). Siamo stati fortunati perché una stava per partire; le strade sono migliori andando da quella parte, ma comunque abbastanza dissestate. Affollata e caotica, la città di Batumi ci ha accolto verso mezzogiorno, dopo circa due ore di viaggio. Ci siamo diretti alla nostra guesthouse, Eka Guesthouse, e poi in spiaggia. Andando verso il mare si può vedere chiaramente il contrasto che caratterizza la città: edifici abbastanza vecchi e decadenti lasciano spazio a palazzi eleganti nella piazza principale e poi a grattacieli proprio di fronte al parco e al lungomare in stile Miami Beach.
Il Mar Nero è molto agitato e abbastanza sporco, ma abbiamo fatto comunque il bagno e ci siamo riposati un po' in spiaggia. Tornando a casa, siamo riusciti a intrufolarci in uno dei palazzoni in vetro della città. A quanto ci è sembrato, si tratterebbe di un condominio di lusso, abbiamo infatti seguito un ragazzo cinese che entrava con della spesa. A ogni modo, siamo saliti al 42esimo piano e ci siamo goduti la vista.
Il giorno dopo ci siamo alzati presto e siamo andati a piedi alla stazione degli autobus per prendere un pulmino per Mestia! Il nostro trekking di quattro giorni si stava avvicinando 😎