In questo articolo troverete alcuni degli episodi più rilevanti della nostra permanenza in Xinjiang. Se volete saperne di più sulla regione, date un occhio ai nostri articoli su Irkhestam pass o ciò che bisogna sapere prima di andar là.
La nostra esperienza in Cina occidentale...
Abbiamo passato una settimana in Xinjiang tra Kashgar, Kuqa e Urumqi. Il nostro piano originario non includeva Kuqa ma poi abbiamo deciso di fermarci per un paio di giorni giusto per spezzare il viaggio tra Kashgar e Urumqi (più di 24h di treno) e per visitare una cittadina in una regione così remota.
KASHGAR, importante e storica città lungo la via della seta, è stata la ragione principale per cui abbiamo deciso di attraversare il confine ad Irkhestam. Avevamo prenotato due letti in dormitorio al Kashi Maitian Hostel (ci è voluto una vita per trovarlo, abbiamo aggiornato la mappa su maps.me) ma se voi andate là senza prenotazione noterete che le stanze private hanno lo stesso costo di due letti in dormitorio, troppo tardi. Negli ultimi anni la città di Kashgar è diventata estremamente turistica specialmente tra i cinesi dell’est che vengono a visitare questa isolata e storica città nell’angolo più occidentale del loro paese.
Tuttavia, come spesso accade in Cina, la “città vecchia” non sembra poi tanto vecchia dal momento che è stata interamente ricostruita e vi servirà una buona dose di immaginazione per poter vedere nella moderna Kashgar la famosa oasi lungo la Via della Seta.
Quando eravamo lì, una piccola porzione della città vecchia non era stata ancora ricostruita e l’accesso era di negato ma probabilmente tra qualche anno anche quella parte sarà rinnovata. Tuttavia, nonostante sia moderna e turistica, Kashgar è sicuramente un posto interessante da visitare e di certo molto diverso dal resto della Cina. Mangiare al mercato notturno (chiude alle 11 di sera di Pechino/9 orario locale), visitare la moschea Id Kah e salire sulla pagoda, da cui avrete una vista sulla città vecchia, sono probabilmente le tre cose da non perdere nella città vecchia.
La città nuova, a parte un paio di parchi, non ha certo il fascino di quella vecchia ma è comunque piacevole vedere la “vera Kashgar”.
Il 2019 era anche il settantesimo anniversario della fondazione della repubblica popolare cinese e ovunque si potevano trovare bandiere o numeri che ricordavano questo importante evento.
Ad ogni modo, ciò che più caratterizza Kashgar è il numero estremamente eccessivo di telecamere che controllano ogni singolo movimento di ogni singola persona. Le telecamere sono ovunque e sono in grado di riconoscere e il vostro volto ma, qualora non vi riuscissero, vi incominceranno a seguire. Ci è successo, molto inquietante...
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KUQA (o Kuche) è una città situata tra Kashgar e Urumqi e, un tempo, era la capitale dell’antico Regno Buddista di Kucha. Abbiamo deciso di andarci solamente quando abbiamo realizzato quanto tempo ci sarebbe voluto per andare da Kashgar a Urumqi e perché avevamo deciso di passare più tempo del previsto in Xinjiang. Il viaggio a Kuqa si è rivelato essere il più difficile della Via della Seta assieme a quello ad Ashgabat, capitale del Turkmenistan. Arrivati in città, una volta schedati, siamo stati scortati presso uno degli unici tre hotel che accettavano stranieri in città (450000 abitanti). Lì, abbiamo dovuto negoziare per lungo tempo fino a quando siamo riusciti ad ottenere una stanza per un prezzo decente; d’altro canto non avevamo scelta dal momento che gli altri due alberghi sarebbero stati sicuramente più costosi.
Secondo la nostra guida, a Kuqa vi sono quattro siti di interesse: un palazzo, la città vecchia, una moschea e un canyon fuori città. Dal momento che l’hotel si trovava abbastanza distante dal centro, abbiamo deciso di prendere un taxi ma nessuno si fermava per noi. A un certo punto una macchina (non un taxi) si è fermata di fronte a noi e abbiamo immediatamente notato che uno dei due passeggeri lo avevamo visto all’uscita dell’albergo poco prima...cosa alquanto sospetta, abbiamo pensato. Arrivati al palazzo, l’autista della macchina ci ha offerto un buon prezzo per andare al canyon il giorno dopo e abbiamo accettato. Il palazzo ha del potenziale e sarebbe interessante se non fosse perlopiù abbandonato e tutte le spiegazioni non fossero esclusivamente in cinese ma, vista che questa è la realtà dei fatti, non vi perderete molto se non ci andrete, a meno che non parliate cinese ovviamente.
Dopo il palazzo abbiamo provato a visitare la città vecchia ma è stato impossibile. Tutti gli accessi scende fino alla città vecchia erano chiusi da cancellate o semplici sbarre, delle guardie armate ci hanno proibito di entrare e i locali venivano schedati ogni qualvolta entrassero o uscissero dalla zona ad accesso limitato.
Ai turisti era solo permesso di percorrere una strada (ovviamente bella ed in ottimo stato) per andare dal palazzo alla moschea. Nell’occasione, siamo stati schedati, seguiti da due individui che ci hanno aspettato fuori dalla moschea mentre la stavamo visitando e redarguirti perché avevamo leggermente deviato dal percorso predefinito.
Il giorno dopo siamo andati al canyon con “l’autista” del giorno precedente e abbiamo cominciato a notare una serie di elementi che ci hanno fatto sorgere il sospetto che lui potesse essere in realtà un poliziotto.
Lui sosteneva di essere uiguro ma non aveva un GPS, una telecamera o un microfono in macchina. Di fronte alla richiesta di spiegazioni, lui si è giustificato dicendo che la macchina era di un suo amico. Inoltre, mentre stavamo tornando ci ha chiesto: “Vi serve un passaggio questa per la stazione?”...come poteva sapere che noi saremmo partiti quella sera? Noi non glielo avevamo detto! A quel punto abbiamo seriamente cominciato a pensare che lui fosse un poliziotto che ci stava seguendo da quando eravamo arrivati in città e il puzzle si è completato quando abbiamo raggiunto la stazione, dove lui ha salutato calorosamente tutti i poliziotti come fossero amici. Gli uiguri non sono di certo così amichevoli con i poliziotti cinesi…
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URUMQI è stata decisamente la tappa più semplice del nostro viaggio in Xinjiang. All’arrivo siamo stati ovviamente schedati (il poliziotto che ci ha schedato ha pure confuso il visto turkmeno con quello cinese...e poi diciamo dei nostri carabinieri) ma non ci hanno fatto parecchie domande. Non siamo stati nè seguiti nè scortati da nessuna parte o, quantomeno, non lo abbiamo notato. In quanto porta d’ingresso occidentale alla Cina lungo la Via della Seta e capitale della provincia dello Xinjiang, la città di Urumqi è stata enormemente sviluppata negli ultimi anni ed è uno dei simboli del miracolo economico cinese. Fino al 1950, Urumqi era solo una cittadina nella parte più occidentale del territorio cinese mentre oggi è una città ultramoderna dove i grattacieli hanno rimpiazzato le basse case tradizionali.
Personalmente non avevamo grandi aspettative sulla città ma la visita si è rivelata più piacevole di quanto pensassimo. Camminare nei parchi è probabilmente ciò che abbiamo apprezzato di più e Hongshan e Renmin parks sono quelli di maggior rilievo.
In cima al primo, troverete un tempio e una pagoda, i due monumenti più vecchi in città, mentre al parco Renmin troverete magnifiche pagode, gente cantare canzoni tradizionali o giocare a Ping pong (ci siamo successivamente resi conto che tutto ciò era piuttosto comune in Cina ma è pur sempre interessante assistervi). Infine il museo dello Xinjiang vi darà l’opportunità di vedere alcune inquietanti mummie scoperte nella regione e di sapere un po’ della storia regionale dal punto di vista del governo cinese.
Nonostante i controlli di polizia siano veramente opprimenti, siamo stati felici di aver visto in prima persona cosa stia accadendo in una regione così remota e complicata. Non ci è stato riferito alcun racconto particolarmente traumatico da parte di altri viaggiatori ma lo Xinjiang è sicuramente stata tra le zone più difficili da visitare nel nostro viaggio lungo la Via della Seta da Milano a Pechino. Ci auguriamo che, condividendo le nostre esperienze e dandovi alcuni suggerimenti, possiate arrivare preparati e apprezzare appieno la visita in questa regione remota e bellissima.