Si conosce ben poco della storia antica di Kars e le uniche fonti affidabili risalgono al periodo medioevale. Intorno al nono secolo la città cadde sotto il controllo armeno e divenne la capitale dell’Impero Bagratide fino al 961. Due anni dopo, la capitale fu trasferita ad Ani e Kars divenne capitale di un’altro stato indipendente. Molti invasori successivamente si contesero, conquistarono e dominarono l’area di Kars. Tra i più importanti vi furono i Bizantini (1045), i Selgiuchidi (1065), i Georgiani (1206), i Mongoli (1242), i Timuridi (1387), gli Ottomani (1585) e, infine, i Russi (1828). Dopo la prima guerra mondiale, Kars cadde sotto il controllo armeno ma, nell’estate del 1920, le truppe turche invasero la repubblica armena, facendo scoppiare la guerra turco-armena, e Kars fu nuovamente controllata dai turchi. Dopo l’invasione sovietica dell’Armenia, l’Unione Sovietica e la Turchia siglarono il “trattato di Kars” (23/10/1923) secondo il quale ai sovietici spettava il controllo dell’Adjara mentre ai turchi l’area di Kars, Igdir e Ardahan. A seguito della seconda guerra mondiale, l’Unione Sovietica tentò di revocare il trattato ma la Turchia resistette, supportata da Regno Unito e Stati Uniti. Nell’aprile del 1993 la Turchia chiuse il confine con l’Armenia a seguito dell’invasione armena nel distretto azero di Kelbajar. Da quel momento, il confine è rimasto chiuso e sono ancora molte le tensione e le differenze di visioni storiche tra i due paesi.
Arrivati a Kars il ragazzo che ci avrebbe ospitato con couchsurfing ci è venuto a prendere alla stazione e immediatamente abbiamo realizzato come la comunicazione sarebbe stata difficile. Infatti, nonostante fosse un ragazzo fantastico e generoso, Furkan non parlava una parola d’inglese e senza google traduttore, gestualità e molta immaginazione saremmo stati perduti. Immediatamente ci ha portato in un bar dove normalmente gioca a carte e a un gioco chiamato ok (o quanto meno questo è ciò che abbiamo capito) abbastanza simile a domino. Lì, abbiamo incontrato alcuni dei suoi amici, tutti poliziotti, tra cui Ehran, che poi avremmo scoperto essere il suo vicino di casa. Nell'ambiente fumoso ed esclusivamente maschile del bar, siamo rimasti per circa un’ora bevendo tè e cercando di capire, senza successo, le regole del gioco “okay”.
Successivamente, Ehran ci ha portato prima a casa e poi a mangiare un kebab. Dopo aver mangiato, i nostri amici turchi ci hanno invitato a bere un altro tè e noi, pensando fosse scortese rifiutare, abbiamo accettato finendo in un bar in Ataturk Caddesi che sembrava essere il bar della polizia dal momento che c’era metà del dipartimento lì a bere tè. Nell’occasione abbiamo anche scoperto che Ehran stava lavorando in borghese quella notte (l’indice di criminalità non deve essere molto alto a Kars) e abbiamo realizzato il perché portava una pistola nel retro dei suoi pantaloni (l’avevamo notata precedentemente con grande sgomento). Inoltre, il proprietario del bar, persona fantastica, ci ha detto che ci sarebbe stato un bus per Ani il mattino successivo alle 9. Così, dopo un altro paio di tè, probabilmente il decimo della giornata, siamo andati dritti a casa e poi a letto.
Furkan aveva deciso di unirsi a noi per andare ad Ani ma quella mattina abbiamo realizzato come lui non fosse un amante della sveglia presto. Infatti, dopo averci messo secoli per alzarsi dal letto, ha insistito prima per far colazione a casa e poi per farci trangugiare il tè di fretta. Così, dopo un’ustione di secondo grado all’esofago, siamo usciti da casa e in qualche modo siamo riusciti a prendere il bus per Ani dove siamo arrivati intorno a mezzogiorno. Le rovine di Ani sono molto affascinati e la visita al sito vale il viaggio anche se, purtroppo, molte delle chiese sono rovinate all’interno da idioti che hanno deciso che il raschiar via gli affreschi o lo scriverci sopra il loro nome fosse la cosa giusta da fare. Tornati a Kars intorno alle 4 del pomeriggio, siamo andati a pranzo anche con un’altra ragazza, chiamata Eveline, che abbiamo incontrato sul bus e che sarebbe stata nostra compagna di viaggio nei successivi tre giorni.
Dopo pranzo, Furkan e Ehran sono andati in Georgia a comprare alcool e sigarette (dove pare siano molto più economiche che in Turchia) mentre noi tre abbiamo deciso di rimanere a Kars dopo aver gentilmente declinato l’offerta di unirci a loro. Abbiamo passato l’intero pomeriggio a girovagare per la città e quando ci siamo fermati all’hotel di Eveline abbiamo incontrato (e reclutato) pure Yang, ragazzo taiwanese che era sul bus per Ani con noi. Tutti e quattro siamo quindi andati al castello e alla cattedrale, dove un gruppo di armeni incazzosi ci ha fatto presente come quella fosse una loro chiesa! Infatti, fu convertita in moschea dopo la conquista della città, poi di nuovo in chiesa e, infine, in un museo.
Alle sei del pomeriggio, come precedentemente concordato, siamo andati al bar della notte precedente per incontrare Furkan. Dopo un’ora e mezza di attesa, tre tè e un po’ di messaggi senza risposta, Furkan è apparso e ci ha invitato tutti a casa per cena. Quella notte abbiamo cucinato noi la pasta, bevuto whisky, riso molto e messo su YouTube la musica tradizionale dei nostri paesi….fantastica ultima notte a Kars! Intorno a mezzanotte siamo andati a letto. Il giorno dopo ci saremmo dovuti svegliare presto dal momento che avremmo dovuto incontrare Eveline e Yang intorno alle 8:30 del mattino alla stazione dei bus. Loro infatti avevano deciso di unirsi a noi per andare in Georgia, si prospettava un’altra avventura...